Eccoci di nuovo a parlare di stelle! …o meglio questa volta di telescopi, e che telescopi!
Per una incredibile e fortunata coincidenza mi ritrovo sul tavolo di casa questi due tubetti di marca sconosciuta…
In realtà si tratta del Takahashi TOA130NS, che è con me da 2 anni e mi ha regalato molte soddisfazioni sia per l’osservazione visuale che per la ripresa fotografica, e del TEC APO140ED che invece da qualche tempo fa compagnia all’amico Sandro e si è fermato a casa mia solo per una veloce sistemata alla filettatura dello spianatore. Inutile dire che l’occasione è stata ghiotta per mettere fianco a fianco i due blasonati rifrattori e fare alcune considerazioni sull’estetica, pesi, materiali e cura costruttiva. Vi dico subito che non parlerò delle prestazioni sul cielo perché la serata in cui li ho messi fuori sotto le stelle era caratterizzata da una turbolenza atmosferica molto forte oltre che un cielo non limpido a causa di velature e nubi passeggere, per un test comparativo coerente rimanderemo ad un uscita in compagnia dei soci EITSA magari a cima Panarotta o passo Brocon.
I due strumenti (per chi non lo sapesse Takahashi giapponese, TEC statunitense) appaiono veramente meravigliosi e molto ben costruiti, dimensioni e pesi sono comunque importanti come ci si aspetta da dei tripletti apocromatici da 5 pollici, non si tratta (costo a parte) di strumenti adatti ad astrofili alle prime armi. Proprio riguardo al peso troviamo le prime differenze, già prendendoli in mano si nota subito che il TOA è molto più pesante nonostante i 10 mm in meno di apertura delle lenti; cosi come li vedete nelle foto sopra (con anelli/culla, barra Losmandy, visual back da 2″, ecc..) il TEC 140 pesa 10,4 Kg mentre il TOA 130 ben 14,2 Kg, più che altro per colpa della culla e del grosso anello di bilanciamento, i tubi nudi e crudi (come vedete quì sotto) invece fanno segnare alla bilancia 9,20 e 10 Kg rispettivamente per TEC e Taka.
Da questa immagine dei due “cannoni” messi uno accanto all’altro si vede anche come la verniciatura sia leggermente diversa: bianco più “freddo” il TEC bianco più “caldo” il Taka. Le dimensioni sono come detto paragonabili e si possono riassumere in questa tabellina:
(misure in millimetri) | TEC APO140ED | Takahashi TOA 130NS |
lunghezza tubo con paraluce retratto | 860 | 940 |
lunghezza tubo con paraluce esteso | 1030 | 1070 |
Ø tubo | 150 | 155 |
Ø paraluce | 176 | 178 |
Ø esterno draw tube focheggiatore | 106 | 76 |
Ø interno draw tube focheggiatore | 94 | 68 |
corsa draw tube focheggiatore | 115 | 84 |
Come risulta chiaro le differenze più sostanziali le troviamo nel gruppo focheggiatore: da 4 pollici per il TEC140 (veramente imponente e bellissimo!), da 2,7 pollici invece per il TOA130NS (in verità esiste anche una versione TOA130F con focheggiatore da 4 pollici). In ogni caso si tratta di focheggiatori grandi, robusti e adatti ad ogni tipo di utilizzo sia per la ripresa fotografica con sensori grandi che per l’uso ti torrette binoculari o altri accessori (il TOA ha pure una prolunga da 50 mm da poter rimuovere per avere ancora maggior back focus). La rotazione è possibile nel TEC allentando la grande ghiera a forma di timone, in questo modo ruota tutto il focheggiatore comprese le manopole ed eventuale cercatore. Nel Taka TOA versione “NS” c’è bisogno del rotatore acquistabile a parte (nel mio caso me lo sono costruito), nella versione “F” invece è di serie.
Di seguito potete vedere il “cuore” dei due telescopi: ovvero l’obiettivo apocromatico, sulle rispettive ghiere sono impresse delle serigrafie che riportano i dati ottici che quindi non sto a riscrivere. Unica cosa da evidenziare che nel TEC le tre lenti sono separate da uno strato di olio mentre nel Taka sono spaziate in aria come si dice e in più la cella è collimabile (entrami gli strumenti sono comunque collimanti di fabbrica e non necessitano di nessun intervento). L’annerimento all’interno del tubo è molto ben fatto e con una serie di diaframmi opportunamente dimensionati (5 nel caso del TEC, 6 nel TOA).
Ovviamente non c’è bisogno di aggiungere che le lenti e i loro trattamenti antiriflesso sono impeccabili e prive di qualsiasi difetto.
Per il momento mi fermo qui rimandando (spero) ad un futuro articolo la prova sul cielo di questi due prestigiosi telescopi confidando in una notte limpida a calma che possa mostrare, se ci sono, le differenze di resa sui vari oggetti celesti.
I due “pezzi” calibro 130 e 140 millimetri in posizione di fuoco ed in attesa della notte giusta…(la piccola montatura Altazimutale, rigorosamente autocostruita, li porta in scioltezza)
Cieli sereni a tutti!
Roby