Grossi rifrattori: Acro o Apo?


Un ben ritrovato ai nostri cari lettori, ritorno su questa rubrica in un periodo ahimè triste in ragione della pandemia globale da Covid-19 che ha segnato e segnerà per sempre il 2020, 2021 e speriamo non oltre. Riducendo banalmente, uno degli effetti di questa infausta situazione per noi astrofili è l’impossibilità di fatto di trovarci insieme la notte sotto le stelle. Si, dal giardino di casa si può osservare da soli, ma radunare alcuni amici a partire alla volta di luoghi bui al momento non è possibile. 

Ecco dunque che inaspettatamente, come spesso accade, mi ritrovo tra le mani un “vecchio” telescopio, di quelli anni ’90 quando io da bambino incominciavo ad appassionarmi all’osservazione del cielo stellato. Si tratta nello specifico del Konusky-150 , un nome d’altri tempi per descrivere un rifrattore acromatico da 150 mm di diametro e 1200 mm di focale prodotto dalla Konus (ditta che ora non produce più telescopi astronomici). Uno strumento questo che per l’epoca in cui veniva commercializzato si poteva definire piuttosto impegnativo sia come potenza che come peso/ingombro e soprattutto per il costo di acquisto. Al giorno d’oggi strumenti di questa categoria sono ancora prodotti e a prezzi tutto sommato abbordabili. Nello specifico però questo telescopio rimarrà poco a casa mia (che gli amici hanno simpaticamente ribattezzato “Mas dei Taka”) perché presto troverà un nuovo e fortunato proprietario che potrà godere di ottime visioni del cielo.

Dopo una revisione generale (pulizia, ingrassaggio, regolazioni varie) ho montato questo grosso rifrattore sulla sua modesta montatura equatoriale per una prova diretta sul cielo e non ho potuto non mettergli a fianco come paragone uno dei mei personali rifrattori tanto per saggiarne le potenzialità. La scelta dello strumento di confronto è dunque caduta sul pezzo da 90 di casa mia …anzi sul pezzo da 152, ovvero il Takahashi FS152 f/8 che per quanti non lo conosco è un doppietto apocromatico alla fluorite di 152 mm di diametro e 1216 mm di focale. Diametro e focale quindi sono praticamente uguali al Konusky-150, ma le somiglianze finiscono qui. Il confronto tra i due è di fatto impietoso per via della abissale differenza di costo …poche centinaia di euro l’acromatico Konus, almeno 40 volte tanto l’apocromatico Takahashi (a trovarlo perché è rarissimo) e parlo di prezzi sul mercato dell’usato perché entrambi sono fuori produzione da anni. Anche la costruzione è molto diversa: ovviamente economica sul Konusky-150 che pesa 8,1 Kg ottica intubata (con anelli e barra Vixen), cella non collimabile e focheggitore da 2 pollici senza riduzione micrometrica; 10 Kg  (senza culla e barra) invece per l’FS152 che vanta una splendida cella collimabile un tubo di diametro maggiore e più spesso, oltre che un esagerato focheggiatore da ben 4 pollici con riduzione micrometrica. 

 

Montati “side to side” la sera del 7 marzo 2021 e lasciati acclimatare per alcune ore, ho iniziato le osservazioni usando i medesimi oculari ovviamente. La prima cosa che si nota usando il Konus è che la sua montatura risulta un po sottodimensionata e scomoda, quando si mette a fuoco infatti l’immagine vibra per alcuni secondi, il tubo lungo poi mal si adatta ad una montatura equatoriale per un uso visuale (in molte posizioni  và a sbattere contro le gambe del treppiede). Il Takahashi invece l’ho montato su una comoda e robusta montatura altazimutale rigorosamente costruita da me che rende le osservazioni sempre facili e senza vibrazioni fastidiose. Il focheggiatore del Konus pur non essendo di grosso diametro e particolarmente raffinato come meccanica, si dimostra utilizzabile senza problemi anche con oculari pesanti. La collimazione delle ottiche non del tutto perfettissima risulta comunque soddisfacente a sufficienza da non influire sulla resa ottica.

 

Passando nello specifico proprio alle osservazioni ho puntato diversi oggetti del cielo cominciando con degli ammassi aperti. Come non dare quindi uno sguardo alle Pleiadi (le sette sorelle) che a basso ingrandimento con un oculare Nagler da 31 mm apparivano magnifiche, luminosissime e bianchissime nell’apocromatico giapponese. Sorprendentemente la visione attraverso il telescopio acromatico non era molto distante… stelle meno puntiformi, fondo cielo non così nero, ma una vista tutt’altro che deludente! Passando poi per altri oggetti dello stesso tipo (M67, Doppio del Perseo, M35) si conferma quanto sopra, ovvero una visione del tutto confrontabile e appagante anche nello strumento molto più economico. A trovare proprio il pelo nell’uovo ho notato che l’apo, un po per la capacità di focalizzare meglio la luce e un po per i rivestimenti molto sofisticati delle lenti, riesce a mostrare stelline più deboli di circa mezza magnitudine.

Cambio target e butto l’occhio su M1 la famosa nebulosa del Granchio nella costellazione del Toro, ed anche qui l’immagine fornita dal 150 mm Konus non è molto diversa rispetto a quanto mostra l’FS152. Anche la nebulosa Eskimo (NGC2392) nella costellazione dei Gemelli si vedeva praticamente identica nei due strumenti. A questo punto è ora di puntare i due “cannoni” sulla luminosa e sempre spettacolare nebulosa di Orione (M42), ebbene quí qualche differenza in più si nota: nello strumento apocromatico si vede molto contrastata, con innumerevoli dettagli e il famoso “trapezio” (chi l’ha ancora osservata sa a cosa mi riferisco) mostra molto bene anche le stelle E e F; nello strumento acromatico la vista è molto simile, ma il contrasto generale dell’immagine è minore, le varie striature della nebulosa sono meno evidenti e delle stelline E e F non c’è traccia. 

Ultima parte del test la riservo all’osservazione di alcune stelle doppie, certo il Konusky-150 non ha nessuna velleità di essere uno strumento adatto per questa categoria di oggetti, ma per completezza è d’obbligo anche questo passaggio. Restando nella costellazione di Orione indirizzo i due rifrattori verso la brillante Rigel, …beh che dire? L’apo Takahashi restituisce un’immagine incantevole: la stella principale bianca ed estremamente luminosa e la stella secondaria, a pochi arcosecondi di distanza e 500 volte meno luminosa, è uno “spillo” di un colore tendente all’azzurrino. Vista invece nel telescopio acro è tutt’altra cosa… la stella principale mostra un grande alone colorato (colpa dell’aberrazione cromatica residua tipica di questo schema ottico) e la stellina secondaria risulta visibile a fatica perché poco definita e immersa nell’alone confuso e impastato della troppo più luminosa stella primaria. Altre stelle doppie esaminate hanno dato, inevitabilmente,  lo stesso risultato: immagini poco contrastate, colori delle stelle poco distinguibili e aloni fastidiosi. 

In conclusione quindi cosa possiamo dire di questo Konusky-150? Considerando il confronto con “sua maestà” Takahashi FS152 che rappresenta ancora oggi il punto di riferimento dei rifrattori da 6 pollici per uso visuale, l’economico acromatico non ne esce con le ossa rotte. Se infatti ci si limita al campo di osservazione del così detto “DeepSky” a bassi ingrandimenti (ammassi, nebulose, galassie) le viste offerte sono paragonabili: diciamo che avremo un fondo cielo leggermente meno nero, stelle un po dilatate, una mezza magnitudine limite in meno e aloni fastidiosi solo sulle stelle molto brillanti (dalla 3ª magnitudine in su). Per contro invece non è assolutamente uno strumento adatto all’osservazione proficua delle stelle doppie e di conseguenza non potremo aspettarci nemmeno meravigliose viste dei pianeti del sistema solare che come noto necessitano di strumenti in grado di offrire immagini molto contrastate anche ad alti ingrandimenti.  Non ho usato lo strumento sulla luna, ma anche qui direi che un rifrattore apocromatico di diametro inferiore (per esempio un diffuso 4 pollici) darà più soddisfazione. 

Tirando le somme finali quindi questo Konusky-150 è uno strumento che come detto regalerà molte soddisfazioni al futuro proprietario nell’osservazione DeepSky a basso ingrandimento mentre si dovranno, come è giusto che sia, accettare molti compromessi nelle osservazioni “Hi-res” (alta risoluzione). 

Con l’augurio di trovaci presto insieme sotto il cielo stellato vi lascio con un breve timelapse riassuntivo della serata che ho descritto in queste righe.

https://www.youtube.com/watch?v=Kl-PD-7VgOI

Roby

 

 

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